Ogni anno il “popolo migratore” solca i cieli di tutto il mondo, da nord a sud o da est a ovest.
Ma che dimensioni ha questo fenomeno? Di quanti uccelli parliamo?
Secondo le ultime stime, si parla di ben 50 miliardi di individui, che sotto l’impulso migratorio coprono tratte da pochi km fino a distanze impensabili!!!!
Chi detiene il record?
La Sterna artica (Sterna paradisaea), con ben settantamila chilometri all’anno, al sopraggiungere di climi avversi, compie un viaggio dalle regioni artiche, in cui soggiorna durante l’estate, fino a quelle antartiche , per poi tornare al successivo cambio di stagione.
La giornata mondiale
Istituita nel 2006 dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, è una campagna annuale di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni e dell’opinione pubblica che evidenzia la necessità di salvaguardare gli uccelli migratori ed i loro habitat naturali.
La Giornata mondiale degli uccelli migratori si celebra nel secondo weekend di maggio proprio per porre l’attenzione su questo meraviglioso fenomeno, tanto potente da essere stato considerato “scienza” fin dai tempi di Aristotele. La migrazione degli uccelli è uno dei fenomeni più avvincenti del mondo vivente, e non sorprende che sia stato oggetto di studi fin dai tempi antichi.
Caratterizzati dall’utilizzo, nel corso del ciclo annuale, di aree geografiche ed ambienti diversi spesso posti a distanze tra loro enormi, essi rappresentano una risorsa naturale la cui conservazione e gestione richiedono attività di monitoraggio condotte su vasta scala geografica e normative compartecipate a livello internazionale.
Abbiamo deciso di condividere con voi il trailer proprio del film che più di tutti nella storia ha celebrato questo fenomeno.
“Il popolo migratore”, un po’ datato ma sempre attuale documentario naturalistico, realizzato da Jacques Perrin nel 2001.
Per descrivere le migrazioni, Perrin, ha lavorato quattro anni fra un continente e l’altro.
Gli uccelli, secondo la stagione, sorvolano il mondo, i ghiacci, il mare, le isole, i monti ed i fiumi, portati dall’istinto, da quell’innata misteriosa attitudine a capire il vento che li porterà. Per poi l’anno dopo ripartire per la stessa strada.