Monitoraggio faunistico del cinghiale (Sus scrofa), contenuto nelle azioni per la gestione del cinghiale nei Parchi Nazionali
Il progetto di monitoraggio faunistico del cinghiale (Sus scrofa), contenuto nelle azioni per la gestione del cinghiale nei Parchi Nazionali, è iniziato nel aprile 2017 e si è concluso nell’ottobre 2018, e ci ha visto impiegati in attività di monitoraggio a cadenza stagionale. Le popolazioni di cinghiale (Sus scrofa) hanno subito un notevole incremento negli ultimi dieci anni, in Europa ed in Italia. L’impatto di questa specie, avviene sia per effetto diretto che indiretto, attraverso l’attività di rooting. Gli studi finora effettuati, hanno evidenziato, che attività influisce negativamente sulla biodiversità, in particolare, ha un forte impatto sulla ricchezza di specie di piante vascolari (Hone, 2002), arreca danni al rinnovamento ed alla distribuzione spaziale delle plantule di leccio (Quercus ilex), provoca danni al cotico erboso con una riduzione dello stesso dell’80-95% (Howe et al, 1981).
Le attività di monitoraggio del cinghiale si sono svolte all’interno del Parco Nazionale del Circeo, ed in particolare nella Foresta demaniale detta di Circe, nelle zone umide limitrofe ai laghi costieri e nell’area del promontorio posto a sud.
Lo scopo del progetto era validare e sviluppare un protocollo di monitoraggio del cinghiale messo a punto negli anni precedenti. La tecnica utilizzata è quella dell’analisi della variazione dell’attività di rooting nelle diverse stagioni. In questo modo è possibile ottenere un indice di abbondanza della specie oltre che determinare le densità nelle varie aree durante l’anno.
Sono stati selezionati 33 plot di 15 ha (300 m X 500 m) con, al loro interno, 12 microplot (100 m X 10 m) ed una superficie esplorata, per singolo, plot pari a 1,2 ha. L’indagine è stata svolta rilevando la presenza/abbondanza dell’attività di rooting lungo il percorso ed entro una fascia di 10 m (5 m a sinistra e 5 m a destra del transetto). Come singolo evento di rooting è stata presa in considerazione ogni traccia di scavo fresca che presentasse un asse longitudinale maggiore di 15 cm. I segni rilevati, in centimetri, sono stati approssimati, per difetto, al più vicino multiplo di 15 e poi trasformati in eventi rooting.
Nello stesso periodo e nella stessa area è stata portata avanti un’indagine sulla presenza e densità di lepre italica con il metodo REM (Round Encounter Model). Questo ci ha consentito di utilizzare il fototrappolaggio anche per monitorare la presenza di altre specie all’interno dell’area ed in particolare del cinghiale. L’area di studio è stata suddivisa mediante una griglia in 25 plot con area 1 km2. All’interno di ogni plot, sono stati scelti 20 punti di installazione random, dove sono state posizionate le fototrappole.Complessivamente sono stati indagati 30 plot ricadenti integralmente all’interno della foresta Demaniale di Circe e 3 plot ricadenti sul Promontorio di Circe.