Agrofauna

Controllo selettivo ghiandaia

È noto come alcune specie di uccelli e mammiferi selvatici si possano rendere responsabili di danni alle attività antropiche in ragione della loro elevata distribuzione e consistenza numerica unita ad una spiccata plasticità ecologica.

Ghiandaia (Garrulus glandarius)

La famiglia dei corvidi è quella che annovera il maggior numero di specie cosiddette “conflittuali” nei confronti sia di alcune produzioni agricole, sia del successo riproduttivo di diverse specie di piccoli selvatici d’interesse venatorio e non.

In questo ambito si inquadrano le catture di esemplari di gazza (Pica pica) e cornacchia grigia (Corvus corone cornix) attuate dall’Amministrazione Provinciale di Pisa all’interno di alcune zone protette della Provincia di Pisa (ZRC, AFV e ZRV)

Questa prassi, che è diventata oramai una comune pratica gestionale a partire dal 1998, ha contribuito a ridurre localmente le consistenze dei corvidi e presumibilmente l’impatto da questi determinato. In genere si osserva, una diminuzione dei danni anche se la durata temporale dell’effetto risulta di norma scarsa rendendo la pratica gestionale del controllo numerico delle specie opportuniste una routine annuale.La necessità di mettere a punto un nuovo metodo di cattura selettivo per la ghiandaia nasce da una serie di considerazioni.

Da un lato, l’incremento degli asporti che il corvide sta determinando su scala nazionale e, dall’altro, la constatata inefficacia dei metodi di contenimento numerico normalmente usati nell’ambito di piani di limitazione numerica di specie selvatiche condotti ai sensi della norma vigente (gabbie Larsen e/o “letter-box”). Studi effettuati proprio in Toscana dimostrano infatti la mancanza di territorialità della ghiandaia nel periodo riproduttivo, elemento che è alla base dell’efficacia delle gabbie Larsen su altri corvidi territoriali e che, nel caso della ghiandaia, rende inutile la presenza di richiami vivi alloggiati nelle gabbie di cattura tradizionali.

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