Monitoraggio del lupo appenninico nel Parco Nazionale dell’Aspromonte
In Italia le popolazioni di lupo (Canis lupus) hanno subito una forte contrazione dopo la seconda guerra mondiale, arrivando quasi all’estinzione (100 individui nell’Appennino centro – meridionale negli anni ’70 del secolo scorso). Negli ultimi 40 anni il trend si è invertito e i lupi hanno ricolonizzato buona parte del loro areale storico. Studi recenti hanno confermato che la popolazione di lupo italiana è una distinta sottospecie, definita lupo appenninico (Canis lupus italicus), e ciò ne aumenta ulteriormente l’importanza conservazionistica.
L’espansione della specie però, ha inasprito la convivenza uomo – lupo a causa della predazione delle specie domestiche. Gestire tale conflitto è fondamentale per la conservazione del lupo appenninico in quanto gli episodi di bracconaggio rappresentano la principale causa di mortalità e l’aumento del fenomeno di ibridazione con i cani, segnalata in molte aree dell’Appennino, minaccia la conservazione della specie.
Nell’ambito del “Piano d’azione nazionale per la conservazione del lupo”, (MATTM & ISPRA, 2002 e ss.mm.ii.), i Parchi Nazionali dell’Appennino meridionale hanno avviato il progetto di sistema “Convivere con il Lupo, conoscere per preservare: misure coordinate per la protezione del Lupo” con l’obiettivo di aumentare le conoscenze scientifiche sulla popolazione appenninica della specie, analizzare il ruolo dei corridoi ecologici, ridurre le minacce o i fattori limitanti, sensibilizzare le collettività locali e attenuare i conflitti uomo – lupo.
A tal fine sono state attuate delle azioni di monitoraggio mediante campionamento genetico non invasivo, fototrappolaggio, censimenti (wolf howling), analisi dei danni da predazioni e attività di prevenzione e controllo dei danni da predazioni. Nel 2018, in collaborazione con Castanea Soc. Cooperativa, è stata attuata una sessione di monitoraggio che ha previsto l’impiego di metodi di indagine basati su tecniche di rilievo indiretto e già applicati dal Parco in sessioni precedenti.
Ricerca dei segni di presenza su transetti
Per rilevare i segni di presenza sul territorio, sono stati percorsi, a più ripetizioni, 49 transetti di lunghezza variabile (2-7 Km) per un totale di 203,5 Km. Complessivamente sono stati rilevati, georeferenziati e attribuiti a lupo 83 segni di presenza (fatte e impronte).
Raccolta campioni non invasivi e analisi genetica
Aree di distribuzione dei genotipi individuati nel 2018
La maggioranza dei campioni (escrementi freschi e carcasse di lupo) sono stati raccolti sui transetti e seguendo il “Protocollo campionamento campioni fecali con tampone” predisposto da ISPRA. Dei 30 campioni inviati al laboratorio dell’Area di Genetica della Conservazione di ISPRA, è stato possibile genotipizzarne 22 ed identificare 10 individui distinti: 4 soggetti puri (Canis lupus italicus), 3 ibridi (cane x lupo), 2 lupi maschi con passata introgressione di geni canini e 1 cane maschio.Ogni campione è stato georeferenziato consentendo di acquisire informazioni sugli spostamenti di ogni singolo soggetto eventualmente ricampionato, sul turnover della popolazione e a definire il territorio occupato dai gruppi familiari, in particolar modo quello che presenta individui ibridi.
Ululato indotto (wolf-howling)
Il Wolf-howling è una tecnica di conteggio indiretto basata sull’etologia del lupo che tende a rispondere agli ululati, anche quando registrati. La registrazione delle risposte fornisce i primi dati grezzi in termini di localizzazione e di numero di branchi.Le stazioni di emissione acustica sono state strutturare in circuiti che coprivano ampie porzioni di territorio. Questi sono stati indagati contemporaneamente, nel periodo estivo, da 3 squadre, allo scopo di perlustrare parallelamente settori adiacenti e permettere l’eventuale localizzazione simultanea dei branchi adiacenti. L’area effettivamente campionata è stata quantificata creando un buffer di raggio pari a 1,5 Km (distanza di efficace capacità uditiva dell’uomo), per un‘area di ascolto totale di 16.753 ha. Complessivamente sono state effettuate 106 sessioni di emissione, ottenendo 5 risposte: 4 corali (cuccioli ed adulto/i) e 2 singole da parte di lupi adulti.
localizzazione delle risposte ottenute tramite wolf-howling, estate 2018
Fototrappolaggio
Dal 2017 il fototrappolaggio è stato applicato come metodologia opportunistica e nel 2018 è stato intensificato. Questo ha permesso l’identificazione di un esemplare atipico molto scuro, ripreso anche all’interno del gruppo familiare, composto da altri 5 individui.L’analisi integrata dei dati raccolti con i vari metodi ha permesso di ottenere informazioni relative alla presenza, distribuzione e abbondanza della specie, oltre ad accertare la presenza di soggetti fenotipicamente anomali e genotipicamente ibridi/introgressi. Dai risultati è stato è definito parte del territorio di questo gruppo familiareAllo stato attuale si ipotizza complessivamente la presenza di almeno 3 gruppi familiari riproduttivi: quello con individui ibridi/introgressi nel settore Sud-occidentale, uno al nord e uno nel settore centro-orientale.