Lo scopo del progetto era quello di verificare la riuscita agronomica delle varie diluizioni, in modo da definire la diluizione del miscuglio faunistico in grado di permettere la maggiore presenza di fiori selvatici, valutare l’attrazione nei confronti degli artropodi.
L’importanza ecologica dell’ecosistema agricolo è stata in passato non di rado sottovalutata, ritenendo, a torto, questo particolare habitat una sorta di “deserto faunistico”. Di conseguenza, per molto tempo è stata prestata scarsa attenzione alla fauna selvatica caratteristica dell’ambiente agricolo e sono stati sottovalutati i fattori ecologici responsabili delle gravi difficoltà in cui essa attualmente versa.
I cambiamenti intervenuti nella seconda parte del ventesimo secolo nelle tecniche agricole sono stati presumibilmente i principali responsabili del declino di tutta la fauna selvatica legata all’ecosistema agricolo, in particolare della rarefazione o addirittura dell’estinzione di molte decine di specie di uccelli, emblematico, a tale proposito, il declino della starna.
Tali trasformazioni hanno inciso pesantemente anche su molte specie di insetti utili e di fiori campestri.
Solo recentemente la ricerca scientifica è riuscita ad individuare con sufficiente precisione alcuni dei fattori che sono alla base di questi declini. L’ecosistema agricolo fornisce a molti uccelli le indispensabili risorse alimentari: invertebrati per i pulcini, durante la primavera e l’estate; semi d’erbe infestanti o di cereali coltivati in autunno ed inverno.
Negli ultimi quaranta anni questa offerta alimentare si è ridotta drasticamente a causa, principalmente, dell’introduzione in agricoltura degli insetticidi e degli erbicidi. Tuttavia, mentre gli insetticidi hanno colpito direttamente gli insetti costituenti la dieta dei pulcini, gli erbicidi hanno svolto un’azione negativa più complessa. Questi ultimi, infatti, provocando la scomparsa di talune erbe infestanti, hanno prodotto di riflesso l’eliminazione della principale fonte di alimentazione di quegli insetti fitofagi che costituivano, a loro volta, l’elemento fondamentale della dieta dei pulcini.